ABITARE LO SGUARDO

Ugo Locatelli, Paola Dallavalle e Fulvio Guerrieri, Marco Rigamonti

L’atto dell’abitare è un bisogno primario degli uomini, non solo necessario per proteggersi dalle avversità esterne alla dimora, ma anche per esprimere attraverso l’estetica la condizione di esseri pensanti. Dalle pitture rupestri che svelavano l’urgenza di comunicare nelle grotte paleolitiche alle più mirabolanti creazioni delle archistar, la rappresentazione in tal senso ha giocato e continua a giocare un ruolo vitale insito nel bisogno stesso dell’abitare. In buona sostanza la scelta di un luogo abitabile prevede in sé un portato funzionale che non può esimersi dalla capacità di crearne uno estetico e quindi relazionale, non solo in termini puramente visivi - che implicano esibizione - ma anche riferiti alla qualità di vita. Cioè la qualità, che si presume trarre dall’abitare, è in sé una questione che tende al bello, al buon vivere. Certo questa qualità non sempre esiste e non tutti hanno la possibilità di scegliere, ma sicuramente, escludendo i casi estremi, qualcuno ha scelto: il committente, il progettista, il capomastro, l’ente preposto, il politico, il comune, l’impresario, eccetera.

Al di là della loro genesi, le abitazioni esistono e alcune di esse, senza cedere alla tentazione di esibirsi, hanno connotazioni estetiche che possono essere viste (o scoperte) attraverso la risignificazione dello sguardo.

Le opere di Locatelli, di Dallavalle Guerrieri e di Rigamonti cercano di fare questo esplorando luoghi abitati quali un sanatorio, un quartiere Ina casa, i palazzi sorti nella periferia della città negli anni sessanta, tramite una rilettura del fare fotografia che possa donare nuovi stimoli per ri-scoprire gli interstizi relazionali tra il vivere e l’architettura.

VISTA

Paola Dallavalle e Fulvio Guerrieri

 

Le case popolari costruite in Italia dal 1949 al 1963 in forza della legge n. 43 e gestite dall’ente INA-casa, sono costruzioni che si distinguono dall’edilizia d’assalto del dopoguerra per la cura con cui sono state pensate e realizzate.

L’unità residenziale Galleana, quartiere Ina-Casa di via Raineri a Piacenza progettato da Giuseppe Vaccaro tra il 1953 e il 1960, è un esempio di quanto la buona architettura sia funzionale alla buona vita, ma questa felice combinazione tra funzione abitativa ed estetica non sempre viene percepita come tale, poiché le sovrastrutture mentali (anche mediatiche) o lo stigma a volte impediscono di avere una relazione che permetta di valutare obiettivamente la casa popolare dal punto di vista stilistico e abitativo.

Si vuole ristabilire questa relazione attraverso l’uso di fotografie che contengono QR Code atti a indicare, tramite Google Maps, i punti esatti di ripresa. Questo spostamento duchampiano ha l’intento di creare nuovi rapporti tra chi guarda e l’edificio guardato, tra la fotografia e la visione diretta, tra il pregiudizio e l’osservazione “coatta”.

Un approccio allo sguardo dell’architettura che, oltre ogni implicazione feticista, trasforma l’oggetto osservato nell’opera.

Paola Dallavalle e Fulvio Guerrieri hanno realizzato, attraverso la fotografia e installazioni audio, un'ampia ricerca sulle fenomenologie dell'architettura, del paesaggio contemporaneo e delle implicazioni percettive del reale sia dal punto di vista sociologico che estetico.

www.dallavalleguerrieri.com